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Un progetto dai buoni frutti – da doctorwine.it

Di Fausto Borella

Dalla solennità dell’ode carducciana sulle fonti del Clitunno si arriva a vedere con la mente la maestosità del paesaggio umbro in cui peregriniamo con la nostra immaginazione. Secoli di storia trasudano dalle pareti del borgo. Le Terre di Poreta, progetto decennale, portato avanti con caparbietà da Paolo Montani della Fargna con la sua famiglia, è oggi equivalente di una combinazione tra agricoltura, accoglienza turistica e intrattenimento culturale. La tenuta fu casa di caccia del Cardinale Annibale della Genga, poi divenuta Papa Leone XII. Il marchese Federico Pucci della Genga rivalorizzò il territorio, grazie all’intensificazione delle colture e alla costituzione di un centro di sviluppo e ricerca di tecniche agricole. Tra il 2006 e il 2009 il progetto si appiana con la nascita delle Country Houses di Villa della Genga prima e del Borgo della Marmotta Farm Resort poi. Le tecniche colturali seguono la filosofia aziendale, salvaguardando le biodiversità con la ricerca di antiche varietà di sementi prodotte in passato sul territorio e rispettando la campagna con i suoi cicli, utilizzando vecchi sistemi di rotazione delle colture. Il Progetto Le Terre di Poreta prevede attività a tutto tondo: dalle visite culturali alle lezioni di cucina con le degustazioni di olio, fino al contatto con la natura a bordo di una bici o in sella a un cavallo.

Già dai primi anni dell’Ottocento Villa della Genga si è distinta per la produzione di olio. Il Cerquepapa biologico extravergine è l’olio della tradizione. Vengono altresì prodotti tre oli monocultivar denocciolati, nati dalla collaborazione con l’indimenticabile Gino Veronelli: Leccino, Frantoio e Moraiolo, ricavati da frutti cresciuti in una vera e propria oasi biologica. La raccolta delle olive, all’invaiatura, viene eseguita per tipologia e trasportata al frantoio per la lavorazione a ciclo continuo a due fasi. Oltre alla produzione dell’olio si coltivano cereali e legumi; fiore all’occhiello sono i fagioli zolfini, la cicerchia e i fagioli dall’occhio nero.
Il Frantoio denocciolato si presenta con una veste gialla dai riflessi verdolini. Il naso è intenso, con sentorivivaci di noce, pinolo e rucola. All’esame gustativo c’è un ritorno coerente dei toni olfattivi con una spiccata nota di peperoncino. Ideale in abbinamento con gli strangozzi agli asparagi di bosco, tipica pasta del comprensorio spoletino.

Extravergine denocciolato da Agricoltura Biologica – Frantoio/Moraiolo/Leccino
25 cl. 9 Euro
50 cl. 14 Euro